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Agli inizi del secolo scorso nel 1911 un vescovo ed alcuni nobili dell’epoca, decisero di organizzare il servizio d’acqua potabile per diversi comuni e alcuni  villaggi  che ricadevano sotto la loro giurisdizione, nel 1913, il prefetto della Provincia di  Catania, viste le deliberazioni dei consigli comunali dei comuni promotori, dichiara costituito il “ CONSORZIO ACQUA POTABILE DEL BOSCO ETNEO “. Successivamente, dopo l’aggregazione di latri comuni nel luglio del 1959, l’assemblea dei delegati dei comuni consorziati, costituisce il CONSORZIO ACQUEDOTTO ETNEO, ratificato dall’Assessore agli Enti Locali della Regione Siciliana con decreto n° 405, del 6 Luglio 1962. Nel dicembre del 1999, il C.A.E. (consorzio Acquedotto Etneo ) diventa Azienda Speciale. Cambiando natura giuridica e denominazione, prendendo cosi il nome di “ A.Co.S.Et.”. Il Consorzio Acquedotto Etneo è stato costituito tra dieci comuni della provincia di Catania, per la realizzazione di un acquedotto che provvedesse all’approvvigionamento idropotabile dei comuni consorziati, captando ed incanalando le acque delle sorgenti site in località Maniace. Attualmente l’A.Co.S.Et. provvede all’alimentazione idrica di 20 Comuni della fascia pedemontana etnea posti a quota topografica superiore ai 200 m s.l.m..I comuni serviti sono : Aci Bonaccorsi, Aci S. Antonio, Adrano, Belpasso, Camporotondo Etneo, Catania (solo per la frazione di S. Giovanni Galermo), Gravina, di Catania, Mascalucia, Nicolosi, Pedara, Ragalna, S.Agata Li Battiati, S. Giovanni La Punta, S.Gregorio, S.Maria di Licodia, S.Pietro Clarenza, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Valverde e Viagrande per un totale di circa 236.000 abitanti serviti. Le fonti d’approvvigionamento nel frattempo sono state incrementate con la galleria di captazione di “ Ciapparazzo”, a sud-est dell’abitato di Bronte, quella della “Val Calanna” sopra Zafferana Etnea (oggi non più utilizzabile in quanto sepolta dalla colata del 1992), e con i pozzi “Sacro Cuore” in località Pedara. Inoltre per far fronte alle necessità idropotabili delle oltre 90.000 utenze, soprattutto nel periodo estivo nel quale la popolazione di alcuni comuni consorziati aumenta fino a triplicarsi  e oltre, per l’affluso turistico, il Consorzio immette nella rete acquedottistica acque provenienti da numerosi pozzi sia pubblici che privati.


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